Gankutsuou: The Count of MonteCristo

Gankutsuou è un'opera strana, ma al contempo interessante. Fatica dello studio Gonzo targata 2004 e "vagamente" ispirata al famoso "Il conte di MonteCristo" (grandissima opera di Dumas, di cui vi consiglio caldamente la lettura), si presenta allo spettatore con uno stile grafico assolutamente folle, di cui si parlerà nel dettaglio più avanti.

Una obbligatoria premessa

Non lo negherò, di quella che era l'opera originaria è stato fatto, in più parti carta straccia. Quindi, sicuramente, chi per primo ha avuto modo di apprezzare il capolavoro di Dumas potrebbe trovare questo Gankutsuou un insulto al romanzo originario. Mi sembra importante però invitare questi ultimi a non sottovalutare il potenziale di quest'anime che riesce, comunque, a regalare forti emozioni. Dunque, dimentichiamoci pure del sottotitolo e trattiamo il tutto come completamente slegato dall'originale, e staremo senza dubbio meglio.


Ah, la luna...

In un futuro, forse anche troppo distante da noi (si parla di un paio di migliaia di anni nel futuro, mica scherzi), l'umanità è ormai in grado di viaggiare agevolmente in tutta la galassia. Non risulta dunque nulla di strano che sulla superficie lunare sia stata realizzata una intera colonia (che, vista da terra, disegna sulla faccia illuminata del satellite un quantomai inquietante teschio umano), conosciuta per essere un luogo infestato da banditi, criminali... e dai gusti che solo la più raffinata Aristocrazia terrestre può permettersi. In tale mondo così futuristico, sembra quasi che la società sia regredita e si sia ritornati un una sorta di medioevo. Un mondo in cui l'aristocrazia vive all'interno di gigantesche città (Parigi in questo caso, talmente grande che le mura che la delimitano sono chiaramente visibili dallo spazio) e si separa da un incontaminato mondo esterno quasi come ne fosse impaurita. Due giovani amici, Albert (l'eroe della nostra storia) e Franz, in vacanza sulla Luna, vengono a conoscenza della presenza di un misterioso personaggio, famoso per la sua nobiltà e, soprattutto, per le sue grandi ricchezze che gli permettono aggangi con le grande autorità del luogo, conosciuto con il semplice titolo di Conte di MonteCristo. Dopo averlo avvicinato, il giovane Albert svilupperà un rapporto di estrema amicizia e fiducia nei confronti di questo "uomo", così gentile generoso. Però fin da subito molti sono gli elementi di sospetto legati a lui. Il suo perverso apparente gusto nel vedere il sangue scorrere, il suo potere, e un misterioso nome a lui legato... "Gankutsuou".

"This is a great day, mon ami"
Queste, a grandi linee, le premesse dell'anime. La trama evolve e sviluppa il personaggio del Conte in maniera del tutto analoga al romanzo (dunque, quali siano i suoi veri obiettivi, quale il suo passato, sono tutti elementi che saranno già noti ai più), però verso le battute finali compie una virata fino a un finale decisamente sotto tono e quasi inadatto a quello che sembrava fosse l'obiettivo dell'anime, ma comunque piacevole e, senonaltro, soddisfacente (nessuna misteriosa domanda viene lasciata in sospeso, l'unico vero difetto del tutto è che la figura del Gankutsuou, sicuramente una delle più interessanti per l'intera vicenda, non viene che accennata. E' interessante come la figura del Conte, qui trasformata in un Villain mentre la narrazione si concentra sul giovane Albert, sui suoi dubbi e problemi nel comprendere il vero animo di MonteCristo, riesca appieno nel mostrare le sofferenze di un animo in pena. Quanto sia o meno giusto impegnare tutto se stesso al fine di compiere un ideale, per quanto terribile questo possa apparire, l'essere disposti ad affrontare sofferenze incredibili e, forse, perdere la propria umanità, sono quesiti che spetta allo spettatore risolvere, alla luce di quanto l'anime narra.
Complessivamente dunque, Gankutsuou riesce a costruire intorno alle vicende originali un'opera vincente, con una trama per niente scontata, interessante, piacevole.

Un orgasmo continuo per gli occhi e le orecchie

Non lo negherò: lo stile grafico di questo anime mi ha colpito più di qualsiasi altra cosa abbia mai visto prima d'ora. Non è particolarmente eccezionale per quanto riguarda le animazioni, che si assestano mediamente sul "legnoso-incementato con brio", tanto che solo per quelle bisognerebbe appendere lo studio Gonzo a un muro per permettere alla gente in piazza di esprimere il proprio sdegno. Ma per fortuna, Gonzo dimostra che si può realizzare qualcosa di incredibile in altro modo. Tutto l'anime si concentra su un complesso uso di colori, suoni e immagini (... ci sono anche molte scene in CG, su cui però vorrei astenermi dal discutere perchè sono leggermente... ah vabbè). Scelte cromatiche estremamente azzeccate (soprattutto quelle per le stoffe dei vestiti che a volte formano mosaici di colore di una bellezza mai vista), unite a una bellezza dei fondali incredibile (il palazzo dorato e la visionaria abitazione del Conte costruita al di sotto della città del vizio, che mirano a ricostruire nella realtà le sensazioni del sogno sono semplicemente dei capolavori), danno forma a uno stile assolutamente inconfondibile. Bella anche la colonna sonora che alterna pezzi classici e metal in modo inaspettatamente magistrale (splendide la opening "We were lovers" e la ending "You won't see me coming!").

Gonzo vince un premio speciale per essere riuscita ad inserire i Mech pure in questo anime. Si, non sto scherzando.



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